Fondo di Solidarietà

Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo, Maresciallo dei Carabinieri, centrocampista dal 10 sulla schiena, muore alle soglie dei trentatreanni per un tumore ai polmoni. Sposato con Roberta Melidona, ha lasciato tre figlie, Francesca Maria (4 anni), Gloria (2 anni), Barbara (9 mesi). L‟Avvenire di Calabria di domenica 22 aprile 2018 così riporta: “Unanime il riconoscimento della sua testimonianza cristiana. Nel periodo della sua sofferenza così ha scritto: „Ogni giorno che passa è una scoperta continua per me… senza questa sofferenza avrei continuato a stare lontano da Lui anche se pensavo fossi vicino… a continuare a vivere la mia vita dell‟incertezza presa dalle cose di questo mondo. Ora vedo quello che prima non vedevo!‟ “ Alessandro a imitazione di Isacco, non ha esitato a caricarsi la legna per il sacrificio, ha proseguito il cammino “fin lassù”, fino al luogo che Dio aveva indicato, e dopo essere stato legato e deposto sull‟altare, con coraggio anche lui ha vissuto l‟abbandono fiducioso al Padre e ha esclamato: "Akedà! Legami! Legami forte padre mio, non sia che per paura io resista, e non sia valido il tuo sacrificio". Questo suo abbandono, questa sua unione con Gesù crocefisso, è una cesta carica di frutti di santità!
10 agosto 2018
Inaugurazione sede
Gesto solidale: Famiglia
Luogo: Arangea – sede Ludos
10 agosto 2018
05 aprile 2019
Cena di solidarietà
Gesto solidale: € 2.706,00 donate al Centro di aiuto alla vita di Reggio Calabria
Luogo: Gallina – L’Arca di Joli
Luogo: Gallina – L’Arca di Joli
08 agosto 2020
Partita di solidarietà
Gesto solidale: € 3.252,50 donate al Reparto Oncologico del GOM
Luogo: Reggio Village
Luogo: Reggio Village
08 agosto 2020
09 agosto 2021
Partita di solidarietà
Gesto solidale: --
Luogo: Stadio longhi bovetto a croce valanidi
info evento

IL LOGO
Il logo, nella cornice superiore, propone il segno della legatura con la quale Abramo ha preparato il sacrificio di Isacco, che non si consegna rassegnato, ma vive un abbandono fiducioso, anzi coraggioso: “Akedà! Legami, legami forte, padre mio, non sia che per paura io resista, e non sia valido il tuo sacrificio, e tutti e due siamo rifiutati!”
Akedà è stata la vocazione di Alessandro che, a imitazione di Isacco, non ha esitato a caricarsi la legna per il sacrificio, ha proseguito il cammino “fin lassù”, fino al luogo che Dio aveva indicato, e dopo essere stato legato e deposto sull’altare, con coraggio anche lui ha vissuto l’abbandono fiducioso al Padre e ha esclamato: "Akedà! Legami! Legami forte padre mio, non sia che per paura io resista, e non sia valido il tuo sacrificio". Questo suo abbandono, questa sua unione con Gesù crocefisso, è una cesta carica di frutti di santità!
L’immagine centrale ripropone fedelmente una fotografia dove è stato immortalato nell’atto di calciare un pallone, con la maglia nero arancio della squadra del suo paese di origine, la Ludos Vecchia Miniera, i cui colori sono riproposti per tutto il logo.
L’immagine rappresenta la magnifica esplosione della sua classe: eleganza, portamento, tecnica, coordinazione, forza, passione, visione, genio, un vero numero 10!
Tutto è racchiuso dentro due cuori che sono i simboli di amore e di cura della famiglia, dove il tondo più grande rappresenta il padre e la madre e il tondo più piccolo i figli.
Seppur invisibile agli occhi, sorge nel suo splendore e nella sua imponenza, la fiamma della Benemerita, che rimane impressa nell’animo di Alessandro. Maresciallo dei Carabinieri che con onore, integrità, rispetto, competenza, impegno, efficienza, coesione, serenità, tradizione, fedeltà e fede, qualità e virtù che idealmente sono tutte racchiuse nella fiamma, amava rivolgere sempre alla Virgo Fidelis il suo “nei secoli fedele”.